Monte dei Paschi di Siena (Mps) ha sorpreso il mercato bancario con una mossa inaspettata: il lancio di un’offerta pubblica di scambio (Ops) totalitaria su Mediobanca. L’operazione valuta l’istituto di Piazzetta Cuccia 13,3 miliardi di euro, con un premio del 5,03% rispetto al prezzo di chiusura registrato ieri. Secondo i termini annunciati, Mps offre 23 proprie azioni in cambio di 10 azioni Mediobanca.
Fonti finanziarie riferiscono a Radiocor che l’iniziativa non è stata concordata con i vertici di Mediobanca, i quali potrebbero considerarla ostile. Le valutazioni ufficiali saranno comunque prese in esame durante il prossimo consiglio di amministrazione, previsto nei prossimi giorni.
La proposta di fusione
Mps ha descritto l’operazione come un’opportunità per dar vita a un nuovo leader nazionale nel settore bancario. L’unione, si legge in una nota, consentirebbe di creare un gruppo solido e diversificato, caratterizzato da una forte complementarità tra prodotti e servizi. Il nuovo soggetto, inoltre, garantirebbe lo sviluppo dei brand distintivi di entrambe le realtà, ampliando l’offerta di servizi bancari per famiglie e imprese italiane.
Un’operazione di questo tipo rappresenterebbe un ulteriore passo avanti nel consolidamento del settore finanziario italiano, in un contesto che ha già visto mosse strategiche come l’offerta di Banco BPM su Anima Holding e le ambizioni di Unicredit su Banco BPM e Commerzbank.
Obiettivo: delisting
L’offerta di Mps mira ad acquisire l’intero capitale sociale di Mediobanca e a ritirarne le azioni dalla quotazione su Euronext Milan. Secondo Mps, il delisting faciliterebbe l’integrazione, la creazione di sinergie e la crescita del nuovo gruppo.
La struttura dell’azionariato
Recentemente, Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, ha aumentato la propria partecipazione in Mps, passando dal 3,5% al 9,78%, a seguito della vendita del 15% della banca da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef). Delfin rafforza così il nucleo di investitori italiani, mentre il Mef rimane il primo azionista con una quota dell’11,7%, seguito da Delfin stessa e da Banco BPM con il 5%. Altri azionisti rilevanti includono Francesco Gaetano Caltagirone (5,026%) e Anima (4%).
Anche l’azionariato di Mediobanca vede Delfin come primo socio con il 19,8% del capitale, seguito da Caltagirone con il 7,76%. Insieme, i due azionisti detengono complessivamente il 27,5% delle quote.
Le dichiarazioni di Lovaglio
Il CEO di Mps, Luigi Lovaglio, ha definito l’operazione come un’iniziativa innovativa nel percorso di consolidamento bancario, capace di creare valore per azionisti, famiglie e imprese. «L’unione di Mps e Mediobanca darà vita a un gruppo altamente competitivo, con una leadership in settori chiave e un modello resiliente», ha dichiarato Lovaglio, sottolineando l’importanza di proteggere e valorizzare i due brand.
Lovaglio ha inoltre rivelato che l’idea era stata discussa con il Mef già nel dicembre 2022, poco dopo il completamento dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro. Secondo il CEO, il Ministero non ha posto ostacoli all’operazione, ritenendola vantaggiosa per entrambe le banche e per il sistema Paese.
Approvazione unanime del cda
La proposta di Ops è stata approvata all’unanimità dal consiglio di amministrazione di Mps, dove siedono rappresentanti del Tesoro e nuovi membri entrati con il recente riassetto. In caso di successo dell’offerta, Delfin consoliderebbe il proprio ruolo di primo azionista del nuovo gruppo con una quota del 16%, seguita da Caltagirone (circa 8%) e dal Tesoro, che scenderebbe sotto il 5%.
Le sinergie del nuovo gruppo
Il nuovo soggetto bancario si posizionerebbe come leader nel wealth management, grazie alla combinazione delle competenze di Mps e Mediobanca nel private banking e alla rete di consulenti finanziari di Banca Widiba e Mediobanca Premier. Nel corporate e investment banking, il gruppo beneficerebbe di una posizione di forza nei mercati di capitali e nella consulenza M&A, con un potenziale di crescita tra le medie imprese italiane.
Mps e Mediobanca si rafforzerebbero inoltre nel settore dei finanziamenti al consumo, grazie alla collaborazione con Compass e agli introiti derivanti dagli investimenti assicurativi legati alle Generali, di cui Mediobanca detiene una partecipazione significativa.
Un passo verso l’eccellenza italiana
Con questa operazione, Mps punta a creare una banca di riferimento per il mercato italiano, sfruttando le competenze complementari e i punti di forza delle due organizzazioni. L’integrazione consentirebbe di ottimizzare l’offerta di prodotti e servizi, sostenendo nuovi investimenti e costruendo un futuro basato su crescita e innovazione.