Il miliardario russo Roman Abramovich, ha creato un’azienda fittizia per evadere il fisco: la Blue Ocean Yacht. L’evasione consisteva nel noleggiare superyacht di sua proprietà, allo scopo di evitare il pagamento delle tasse che avrebbe dovuto pagare sui beni di lusso. Questa è la conclusione a cui è giunto un’inchiesta condotta dalla BBC News e dal Bureau of Investigative Journalism, che si basa su una massiccia fuga di documenti da parte del fornitore di servizi aziendali cipriota MeritServus, parte del progetto “Cyprus Confidential”.
Secondo le informazioni ottenute, tra il 2005 e il 2012 Abramovich avrebbe evaso decine di milioni di euro di tasse, grazie a questa rete di società fittizie. I documenti rivelano come il miliardario e i suoi consulenti abbiano creato compagnie fantasma a cui venivano affittate le sue imbarcazioni da centinaia di milioni di dollari, mascherando così la reale proprietà e uso delle yacht. In particolare, almeno cinque delle sue imbarcazioni sono state noleggiate attraverso la società Blue Ocean Yacht Management, che a sua volta le ha concesse in affitto a imprese registrate nelle Isole Vergini Britanniche. Sebbene queste compagnie risultassero giuridicamente separate, in realtà erano tutte sotto il controllo diretto di Abramovich e delle sue persone di fiducia.
Dal 1999 al 2010, Abramovich ha accumulato una flotta di superyacht dal valore totale di circa 1,2 miliardi di dollari, tra cui l’imbarcazione “Eclipse”, che al momento del suo varo era la più grande della sua flotta con i suoi 162,5 metri di lunghezza. Nel 2012, durante le vacanze natalizie, la yacht “Eclipse” risultava essere stata noleggiata per due milioni di dollari dalla compagnia Ragdale Worldwide Ltd, un altro veicolo societario legato a Abramovich. Le indagini hanno dimostrato che in realtà la transazione era una finta operazione commerciale, volta ad aggirare il sistema fiscale.
Oltre ai documenti, gli investigatori hanno anche analizzato i movimenti delle yacht, che confermerebbero la fittizietà della transazione. Ad esempio, la “Eclipse” avrebbe dovuto salpare da Gibilterra per le Indie Occidentali nel gennaio 2012, ma i dati dei transponder hanno rivelato che l’imbarcazione non ha mai toccato Gibilterra e ha invece navigato tra le isole del Mar dei Caraibi.
Nel 2005, Jonathan Holloway, all’epoca direttore di Blue Ocean, aveva redatto un memorandum in cui si spiegava come evitare l’IVA sul valore di mercato delle imbarcazioni e sugli acquisti effettuati per le stesse, con l’intento di creare un sistema tale da evitare sospetti da parte delle autorità fiscali. Inoltre, erano state stabilite delle pratiche per mascherare le vere relazioni tra le entità coinvolte, utilizzando trust e strutture separate per celare i legami con Abramovich.
Nonostante la creazione di una rete di aziende e contratti che sembravano legittimi, l’inchiesta ha rivelato che le operazioni erano in realtà finalizzate a mascherare il controllo di Abramovich e ad eludere le imposte. L’esperto fiscale Tommaso Di Tanno ha confermato che si trattava di una tipica strategia di evasione fiscale, in cui le parti coinvolte erano ben consapevoli delle modalità per “distorcere la realtà”.
Nel 2015, un ex capitano di yacht di Abramovich, Richard Bridge, fu arrestato per essere interrogato riguardo a sospetti di evasione fiscale. Anche se l’inchiesta non portò a conclusioni definitive, emerse che la compagnia Blue Ocean aveva evaso 17 milioni di euro di IVA, con una successiva riduzione della cifra in appello nel 2018. Tuttavia, la compagnia venne liquidata nel 2024, senza che fosse mai chiaro se la somma dovuta fosse stata effettivamente saldata.